"Capodanno di fuoco" per i pompieri di  Novaggio e Aranno

Astano minacciato per tre ore dalle fiamme

 1° gennaio 1981

Preoccupa seriamente la lunga serie di incendi di boschi che si sta verificando nel Luganese ormai da quasi una settimana. Per i pompieri è stata una fine d'anno quanto mai movimentata con numerose chiamate e continuo stato d'allarme che ancora ieri sera non era cessato. Il nuovo anno poi è iniziato davvero male ad Astano, il paese del Malcantone che ieri è stato minacciato dalle fiamme. Un incendio di bosco sviluppatosi verso mezzogiorno vicino alla strada nei dintorni della vecchia dogana si è in pochissimo tempo avvicinato molto pericolosamente alle case più alte del paese, minacciandole seriamente. Il deciso intervento di una trentina di pompieri di Novaggio e Aranno, dei proprietari delle case, degli abitanti del paese unitamente a numerosi volontari ha permesso di allontanare il fuoco, scongiurando il grave pericolo, dopo momenti di vera e giustificata paura. Essenziale e fondamentale si è rivelato l'intervento di ben quattro elicotteri (uno della GASS, due dell'Eliticino e uno dell'esercito, pilotato dal tenente colonnello Monzeglio, comandante dell'aerodromo di Lodrino) che si rifornivano d'acqua nel laghetto di Astano dove in precedenza si era provveduto in tutta fretta a spaccare il ghiaccio che ne ricopriva la superfici. Tutti e quattro hanno operato fino al calar della notte.

L'incendio, la cui origine non è ancora stata stabilita, si era sviluppato molto rapidamente nel fitto bosco di castagni e nel sottobosco (ginestre, arbusti, rami e foglie secche) vicino alla vecchia dogana, situata sotto il paese, dirigendosi molto rapidamente verso le case di Astano, sospinto dal forte favonio che raggiungeva in certi momenti punte eccezionali. Allarmati, gli abitanti di Astano avvertivano i pompieri e iniziavano immediatamente le opere di prevenzione attorno alle abitazioni, dato che il bosco arriva vicinissimo alle case. Queste operazioni consistevano soprattutto nella pulizia delle foglie secche e nell'innaffiamento tramite tubi e idranti di tutto il bosco circostante. Già verso le 13.30 arrivavano in rinforzo gli elicotteri mentre tutto il paese era completamente invaso dal fumo acre dell'incendio. Le fiamme a quel momento si trovavano molto vicine - a pochi metri in certi casi - dalle case della parte alta del paese ed eccezionale era la loro velocità di avanzata: in pochissimo tempo divoravano parecchie decine di metri di bosco, obbligando i pompieri e i volontari ad un durissimo, pericoloso ed estenuante lavoro.

Verso le 15.00, e grazie all'intenso prodigarsi di tutte le persone accorse in aiuto, il paese poteva essere dichiarato fuori pericolo. Sembra che il fuoco abbia lambito molto da vicino una stalla, appartenente a Giovanni Moro. Per sicurezza sono state fatte evacquare dal proprietario le capre e i conigli che vi erano rinchiusi.

Il fuoco intanto si estendeva vero i monti di Rogorio, devastandoli e proseguendo poi nella zona dell'alpe di Cimapianca appartenente al Patriziato di Novaggio. In serata sembrava che le fiamme si dirigessero a forte velocità verso il Monte Lema. Una squadra di pompieri e volontari si è portata sulla strada forestale da Novaggio al Piano di Forcora per tentare di spegnere il fuoco.

Difficile per il momento stabilire un bilancio: sembra comunque che le fiamme abbiano bruciato una cascina sui monti. In quanto al danno prettamente forestale non sembra sia troppo elevato. Infatti le fiamme avanzano talmente in fretta che non riescono a bruciare gli alberi grossi. Devastato invece il sottobosco, su un'area di diversi ettari. Per precauzione un gruppo di pompieri e di volontari è restato in prossimità del villaggio dove, a poca distanza dalle case, balenavano le fiamme di diversi resti d'incendio. Sul posto per l'inchiesta, due agenti della polizia cantonale di Caslano mentre i lavori si spegnimento erano coordinati dal comandante dei vigili del fuoco di Novaggio.

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