3 febbraio 1981
Hanno corso grave pericolo l'altra notte
sia il ristorante che le installazioni della funivia in vetta la Monte
Lema, minacciati da un nuovo incendio che, provenendo dalla zona
italiana, ha rapidamente risalito la china della montagna. L'allarme,
sul Monte Lema, è stato dato alle 14.00 del pomeriggio di lunedì e
probabilmente soltanto la presenza di numerosi pompieri (una
cinquantina, di Novaggio, Aranno, della Clinica Militare di Novaggio e
volontari) ha impedito alle fiamme di attaccare le strutture in legno
della terrazza del ristorante. Prezioso anche l'intervento degli
elicotteri, quattro, che hanno fatto la spola tra la zona dell'incendio
e inizialmente il laghetto di Astano per rifornirsi di acqua da
scaricare sui boschi in fiamme. Però anche il laghetto di Astano, causa
la siccità, è quasi completamente asciutto ed è stato necessario
trovare un altro posto di rifornimento, artificiale, a Breno. Arduo il
lavoro degli uomini che hanno raggiunto la vetta, dove praticamente non
esiste più nessuna sorgente d'acqua: le riserve sono ormai esaurite.
Gli elicotteri sono tornati nuovamente in
azione ieri in mattinata, per dare maggiore incisività all'intervento
dei pompieri, prodigatisi ininterrottamente durante l'intera notte. Il
pericolo immediato per il ristorante e la stazione della funivia
appariva scongiurato, ma nel pomeriggio è stato nuovamente avvistato un
grosso focolaio che sta di nuovo salendo la china della montagna in
territorio italiano.
Le fiamme si estendono su un fronte molto
vasto, più o meno nella stessa regione già danneggiata dall'incendio
scoppiato il giorno di Capodanno. Allora però le fiamme erano partite
dal basso, più o meno dalla zona di Astano. Stavolta invece tendono ad
abbassarsi. I pompieri hanno lavorato per quasi 24 ore di fila sono
stati sostituiti ieri pomeriggio da nuove squadre, provenienti anche da
Caslano e Melide.
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