Notte di fuoco sui monti

Da Corriere del Ticino 05.04.97

Un gigantesco rogo è divampato nei boschi di Mezzovico Vira

Alcune persone bloccate sui monti – Distrutti due rustici

Scene impressionanti ieri sera a Mezzovico-Vira, dove un incendio si è impadronito dei boschi minacciando le abitazioni addossate ai fianchi della montagna e i numerosi cascinali. Lingue di fuoco alte alcuni metri si sono spinte fino ai margini dell’abitato, mentre un cappello di fumo avvolgeva il Camusio, che con i suoi 1650 metri svetto sopra la valle. Una settantina in totale gli uomini sulla montagna appartenenti ai corpi di Novaggio, Mezzovico, Rivera, Bironico e Vira. Oggi a dare manforte ai colleghi arriveranno anche i pompieri di Torricella. Una donna con tre bambini è rimasta imprigionata sull’alpe di Leguè. A Tortoi tre persone, tra cui un’anziana, hanno lanciato un SOS. La Rega, che aveva predisposto un salvataggio aereo, ha dovuto rinunciare: impossibile far decollare l’Augusta con raffiche fino a 100 chilometri orari. Così è stata organizzata una colonna di soccorso che a piedi si è aperta un varco. Le persone sono state soccorse e trasportate a valle. Due rustici disabitati sono andati distrutti.

Un telex della Polizia Cantonale segnalava, poco prima delle 18:00, <<un incendio di medie proporzioni nei boschi sopra Mezzovico-Vira>>. Appena un’ora più tardi la situazione era impressionante: alberi in fiamme a poche decine di metri dalle case e tre importanti focolai lungo il pendio che sospinti dal vento salivano a grande velocità verso la Valle Duragno e il Camusio. I pompieri di montagna di Rivera e degli altri comuni del Vedeggio, a cui si sono uniti gli abitanti del luogo, hanno cercato uno sbarramento per impedire alle fiamme di raggiungere le abitazioni. Gli elicotteri avrebbero dovuto occuparsi della situazione in quota ma il vento non ha consentito l’impiego dei velivoli più leggeri. Solo un Super Puma della Heli TV, assistito più tardi da un apparecchio militare, hanno potuto alzarsi in volo e portarsi sui fronti le rogo. In vetta le folate erano così violente che un elicottero carico di pompieri non ha potuto toccare il suolo. Alle 20:30 i voli sono stati sospesi. Il Super Puma e due altri elicotteri riprenderanno questa mattina alle 06:30 l’opera di spegnimento, rifornendosi di acqua alle captazioni del Cusello. Ieri infatti è stato perso parecchio tempo per volare fino ad Origlio per i rifornimenti di acqua. Intanto il fuoco, a notte inoltrata, ha raggiunto il Motto Rotondo, l’ultimo baluardo naturale prima delle piantagioni che proteggono le sorgenti della Città di Lugano. Ieri sera i pompieri di Novaggio al comando di Daniele Ryser erano in zona impegnati ad evitare il propagarsi del fuoco oltre il Cusello. Sul fronte opposto il rogo minacciava Soresino, frazione di Rivera. Alle 21:00 il primo tenente dei pompieri di Lugano Mauro Gianinazzi sul posto per coordinare gli interventi ha fatto il punto della situazione predisponendo il picchetto notturno sopra i monti di Vira e di Mezzovico. Prioritaria la tenuta dei capisaldi con la centralizzazione della autobotti ma anche la sicurezza dei pompieri impegnati in una zona molto impervia e pericolosa. Grazie all’ospitalità dei proprietari di alcune cascine, una ventina di pompieri è potuta rimanere sulla montagna per tenere sotto controllo la situazione. Tutte in salvo le sei persone – nessun ferito – che in un primo momento sembravano in pericolo sui monti. Impossibile ieri sera fare un primo bilancio sul danno arrecato dalle fiamme al patrimonio boschivo: quasi sicuramente i pascoli sono andati distrutti. Sul posto erano presenti gli ingegneri forestali Guido Benagli e Ivo Ceschi. La montagna in fiamme ha attirato numerosi curiosi lungo la strada cantonale. La giornata era cominciata male. Alimentato dal vento impetuoso in mattinata il bosco a ripreso a bruciare anche a Sonvico. Le raffiche hanno riattizzato le braci ancora calde dell’incendio divampato nello stesso luogo il giorno prima. Nell’impossibilità d’impiegare efficacemente gli elicotteri, i pompieri sono intervenuti in forze. Una cinquantina gli uomini del Centro di Soccorso di Lugano e dei corpi pompieri di montagna di Lugano, Pregassona e Cimadera che sono stati impegnati fino a tarda sera nelle selve di Rosone per arginare il fuoco esteso su una superficie di oltre un chilometro quadrato. La scarsità di acqua reperibile in zona ha reso particolarmente arduo il compito dei vigili del fuoco, a cui hanno dato man forte una trentina di militi del distaccamento in caso di catastrofe (DIC) del consorzio Protezione Civile Lugano Città. All’imbrunire la situazione era sotto controllo. Un picchetto di sorveglianza ha stazionato a Rosone durante la notte. Più agevole è stato invece l’intervento di Carona dove un principio d’incendio scoppiato in località Ciona è stato domato. Qualche minuto più tardi una colonna di fumo si è levata da Barbengo: il fuoco è stato spento per tempo.

HOME ELENCO ARTICOLI