Da
Giornale del Popolo 07.09.98
In
poche ore cancellati ponti, strade e tubature: un solo ferito, danni per
milioni
Malcantone
e Vedeggio stremati, ma non in ginocchio dopo il nubifragio che nella
notte tra venerdì e sabato ha sconvolto un po’ ovunque la fisionomia
di paesi e boschi cancellando posteggi e giardini, sommergendo cantine e
garage, distruggendo ponti, strade e tubature, provocando danni per
milioni di franchi. E facendo anche un ferito: Romano Benagli di
Novaggio, responsabile tecnico della funivia del Lema, sabato di primo
mattino è stato inghiottito nella caduta del ponte in sasso di
Novaggio, lungo il Sentiero delle Meraviglie che porta al Mulino di
Vinera.
Benagli
tentava d’allarmare un passante che, impossibilitato a procedere con
l’auto lungo la cantonale, tentava di scendere a valle a piedi per
recarsi a lavorare. Proprio in quel momento il manufatto ha ceduto e
Benagli ha riportato una frattura all’avambraccio destro. Con lui
c’era Daniele Ryser, comandate dei pompieri di Novaggio e deputato in
Gran Consiglio: salvatosi per poco rimanendo sul ciglio del ponte, ha
soccorso immediatamente l’amico. L’intervento dell’ambulanza s’è
reso inoltre necessario per il ricovero all’ospedale di una donna
anziana di Novaggio, colpita da malore. <<Non ho mai visto piovere
così forte>>, dice Ryser al Giornale del Popolo, impegnato tutta
la mattina di ieri a Pura con i suoi uomini per ripristinare
l’erogazione dell’acqua potabile. Le precipitazioni maggiori sono
avvenute proprio lungo le cresta del Lema e sul Gradiccioli.
<<Duecento litri per metro quadrato dalle 23:00 di venerdì alle
05:00 del mattino successivo>>, indica Ryser. Col ritorno del bel
tempo, e utilizzando materiale di primo intervento, ventiquattro militi
della Protezione Civile Lugano-Campagna, agenti di polizia, autorità,
popolazione, turisti e pompieri di Caslano (20), Novaggio (30),
Monteggio (10), Aranno (10), Rivera (15) e Mezzovico (15) si sono messi
immediatamente al lavoro per ripristinare quanto possibile.
A
Pura ripristinata l’erogazione d’acqua potabile, a Magliaso zoo a
rischio, ovunque cantine allagate.
Le
prime telefonate di richiesta d’aiuto sono giunte al comandante dei
pompieri di Novaggio Daniele Ryser poco prima delle 02:00 di sabato
notte e, in tutta la regione che da Ponte Tresa sale vino a River, sono
proseguite fino alle 10:00 del mattino. Levato solo alle 18:00 lo stato
d’allarme generale. La serie nera parte dal Basso Malcantone. A
Magliaso s’è seriamente temuto per lo zoo: l’acqua è giunta a
tre/quattro metri dalle gabbie che ospitano anche animali feroci tra cui
tigri, leoni, pantere, leopardi e gorilla. <<S’è rischiata la
catastrofe>>, indica il capo-intervento dei pompieri di Caslano
Tarcisio Gottardi: <<Una telefonata alle 05:30 del mattino
c’informava che l’acqua stava portando via tutto>>. Invece la
furia della Magliasina ha interessato <<solo>> parte del
posteggio presso lo zoo: <<Un’auto e una baracca adibita a
magazzino dei giardinieri sono state travolte dalle acque. Le abbiamo
ritrovate a riva>>. A settecento mentre dalla foce, situate lungo
gli argini di Caslano e Magliaso, otto villette sono state allagate.
Stessa sorte per il centro evangelico di Caslano. Nessuno è stato
evacuato, ma s’è reso necessario sbarrare alcune strade d’accesso
private. Alcuni dei 20 militi impegnati in basso sono intervenuti anche
a Sessa dove in località Bonzaglio, lungo la strada che porta alla
frazione di Suino, oltre dieci famiglie si sono ritrovate con l’acqua
in casa. Altri nuclei familiari se la sono cavata senza l’intervento
dei militi del fuoco. Bloccata in due punti, infine, la strada che da
Ponte Tresa porta al valico di Fornasette: subito dopo l’impianto di
depurazione e all’altezza della Carrozzeria Zoccatelli a Madonna del
Piano, che è stata sommersa dal terriccio. La furia della Magliasina, a
Pura, ha distrutto le canalizzazioni alloggiate sotto la strada
cantonale che conduce all’impianto di pescicoltura. S’è temuto per
l’erogazione dell’acqua potabile, ripristinata ieri poco dopo le
13:00 grazie alla posa in tempo record di due chilometri di condotte
messe a disposizione dalla PC Lugano-Campagna e allacciate, dai pompieri
di Novaggio, all’acquedotto comunale di Curio. Per una giornata intera
i mille abitanti hanno potuto far capo alle autobotti provenienti da
Novaggio e Caslano. Dopo il ripristino della circolazione, oggi le
autorità locali chiederanno l’intervento immediato dal Cantone per il
rifacimento delle sottostrutture. Lungo la fitta rete di sentieri
turistici che si snodano dall’Alto al Basso Malcantone lungo la
Magliasina, la quasi totalità dei ponti in metallo, cemento e sassi è
andata distrutta. Sotto Novaggio, tra Bedigliora e Banco, il fiume in
piena ha seriamente minacciato il Mulino, mentre un’auto posteggiata
nei pressi è stata trascinata a valle. A Bedigliora un rustico è
andato letteralmente distrutto, mentre una donna di 86 anni è rimasta
imprigionata per oltre un’ora e mezza nella propria abitazione prima
che i pompieri riuscissero a portarla in salvo: una frana le ha sfondato
la porta d’accesso ostruendola. Saltati pure i tubi dell’acqua.
Sempre a Bedigliora i pompieri sono intervenuti per assorbire una lieve
quantità di solventi fuoriusciti dai magazzini della Carrozzeria Notari
sita lungo la cantonale. <<Nell’Alto Malcantone, stesso
scenario>>, rileva il comandante dei pompieri di Aranno Raffaello
Corti. A Vezio, dove l’acqua ha formato un solco in mezzo al paese
rovinando il selciato, è rimasto allagato un ristorante, e a Mugena
un’abitazione privata. I militi si sono calati lungo il sentiero che
da Vezio porta al Maglio di Aranno: una ventina i rustici visitati.
<<C’era pericolo per gli edifici, ma non per le persone
presenti. La gente s’è comportata bene. Niente panico>>, indica
Corti, e aggiunge: <<Abbiamo chiesto alle autorità locali di
avvertire i proprietari assenti, si pensi in particolare ai turisti
d’oltr’alpe>>. In quanto al fiume, in alcuni punti il letto è
stato completamente stravolto.
A Mezzovico
evacuate le mucche e chiusi due ponti
Notevoli
disagi anche nella valle del Vedeggio. A Mezzovico due ponti sono stati
dichiarati a rischio e chiusi momentaneamente alla circolazione: quello
che porta alle scuole consortili e quello della Gesora, che da Piazza du
Buteghin porta alla chiesa di San Mamete. Altro collegamento
pericolante, quello che porta ai Ronchi di Mezzovico, dov’è prevista
la realizzazione dell’attesa strada forestale taglia-fuoco lunga due
chilometri. <<Sabato abbiamo lavorato con 15 uomini dalle 04:00
alle 13:00 e dalle 14:00 alle 17:00>>, dice Edo Canepa, comandante
dei pompieri di Mezzovico: <<Il rischio qui è costituito dai
boschi colpiti nell’aprile 1997 dall’incendio che durò una
settimana. Sono boschi oggi privi di alberi ad alto fusto, e il cui
terreno difficilmente resiste a forti precipitazioni. Così viene
scaricato a valle molto materiale che finisce nelle camere di raccolta
dei fiumi e riali, ostruendole>>. Oltre che per lo svuotamento di
cinque cantine, i pompieri sono intervenuti anche in località Pezzon
alle 06:00 del mattino per porre in salvo sette mucche appartenenti a
Renato Coltesina e Pierluigi Canepa: rimaste imprigionate fra il fiume
Vedeggio e l’autostrada, sono state trasportate a monte. Pure 15 i
militi del fuoco di Rivera impegnati sul terreno: sotto la direzione di
Gabriele Ghilardi hanno svuotato gli scantinati di due aziende di
Mezzovico (la Savre e la Tusatools) e di tre abitazioni. Trenta
centimetri d’acqua erano pure presenti in alcuni locali delle scuole
medie di Camignolo. Giuseppe Bonomi, presidente del Consorzio Arginature
Alto Vedeggio, ha ispezionato di persona riali e fiumi: <<A
Rivera, Bironico, Camignolo e Sigirino ci sono 11 camere di contenimento
completamente sature. La metà di esse possono contenere fino a 500
metri cubi di materiale. Priorità di svuotamento dovrà essere data a
quella del fiume Durango a Mezzovico, vicino al paese, e a quella del
fiume Tarego a Rivera, che passa proprio sopra l’autostrada. Poi, dato
che si sono verificati diversi danni alle strutture, occorrerà avviare
uno studio per il loro ripristino>>. Fausto Barca, capo
dell’organizzazione Protezione Civile Lugano-Campagna, sottolinea
l’ottima collaborazione esistente tra PCi e pompieri.
…e
nel Cantone
Hanno
colpito, seppur in maniera minima, anche Locarnese e Bellinzonese i
nubifragi che si sono abbattuti sul Ticino nella notte tra venerdì e
sabato. La Società Elettrica Sopracenerina comunica infatti che in
diverse località si sono verificate perturbazione nell’erogazione
d’energia elettrica. Sabato alle 07:15 a Solduno in Via alle Vigne un
fulmine ha colpito una cabina d’alimentazione, distruggendone
completamente il trasformatore. A Brione Sopra Minusio e a Gordola sono
state le raffiche di vento a creare i maggiori disagi, interrompendo a
più riprese il flusso d’energia elettrica. Nel Gambarogno, a San
Nazzaro, il vento ha sradicato una pianta che nel cadere ha distrutto
una campata dell’alta tensione. La SES ha mobilitato immediatamente
tutti i mezzi a disposizione, riducendo al minimo i disagi causati dal
mal tempo. Le forti precipitazioni hanno inoltre reso necessario
l’intervento dei pompieri per evacuare l’acqua da scantinati e
magazzini. Un solo caso nel Locarnese: alle 03:00 di sabato l’acqua è
penetrata in uno stabile a Losone, in Via Prato dei Vizi. Nove
interventi invece nel Bellinzonese, con l’entrata in servizio di 17
militi: in città nel quartiere delle Semine e nel centro storico, poi a
Sementina e Arbedo. Disagi minori invece nel Mendrisiotto, con qualche
strada allagata e tombini sollevati.
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